domenica 13 gennaio 2008

La salute dello Stato e' la salute dei Cittadini

Questo era un saggio breve che scrissi a scuola.L'argomento da trattare era il Machiavellismo,la sua morale e la politica,facendo riferimento ad alcune note di Antonio Gramsci e Guido Calogero.

E' giusto che la salute dello Stato sia una priorita',in quanto i cittadini per vivere bene devono vivere nel benessere,inteso in tutte le sue forme di manifestazione(economica,sociale,personale,ecc..).Lo stato in salute fa star bene il popolo,ma contemporaneamente il popolo che sta bene porta lo Stato ad alti livelli.Ma qual'e' la strada da intraprendere per attuare una politica efficace e rendere uno stato giusto?
E' una domanda che e' stata oggetto di discussione nel corso della storia e che ha prodotto piu' posizioni.
Niccolo' Machiavelli,grande personaggio del Rinascimento,espresse la sua opinione nella sua opera forse piu' celebre,Il Principe.Egli sostiene che all'inizio dev'esserci un uomo forte,dalle idee chiare,potente,carismatico,che agisce per il bene dei cittadini.Serve allo Stato una ferma presa di posizione da parte di un uomo che abbia le capacita' di formarlo,in grado di garantire ordine e stabilita'.
Una volta raggiunto questo importante obiettivo,Machiavelli suggerisce che venga formata una Repubblica (simile a quella di Roma)che dia continuita' e stabilita' e che possa rendere piu' partecipe la gente.
Emerge evidente,conoscendo anche solo parzialmente i contenuti de Il Principe,che Machiavelli poneva la politica in primo piano,considerandola come un attivita' autonoma e distaccata dalla morale religiosa.La politica ha,infatti,una propria "morale",che se a volte puo' sembrare non conforme rispetto alle consuetudini,e' necessaria per il lieto vivere;un esempio di questa morale e' la frase passata alla storia "il fine giustifica i mezzi".
Ma questo pensiero e' da considerarsi legato solamente ad un periodo storico ormai passato o e' adattabile ad ogni epoca?Porta forse questo distacco fra la morale comune e la politica,ad un allontanamento fra chi comanda e chi viene comandato?
Antonio Gramsci,celeberrimo esponente del Partito Comunista,si chiedeva,come risulta nei suoi Quaderni scritti durante la prigionia sotto il Regime Fascista,se lo scrittore rinascimentale con le sue tesi on volesse accentuare il distacco fra governanti e i governati,insegnando che esistono appunto due culture fra governanti e i governati.
Gramsci arrivo' alla conclusione che Machiavelli,per evitare dunque che il potente possa in qualche modo danneggiare il debole,abbia voluto suggerire ai comandati di trovare "un capo che sappia cio' che vuole e come ottenere cio' che vuole e di accettarlo con entusiasmo anche se le sue azioni possono essere o parere in contrasto con l'ideologia del tempo,la religione"
Il Principe,adattato al XX secolo,sarebbe dovuto essere un partito,capace di fondare un nuovo stato(Gramsci avrebbe voluto il PCI,ma gli storici pensano che questo l abbiano realizzato Mussolini in Italia e Stalin in Russia).
Guido Calogero definisce la saggezza machiavellica come "vigoroso odor d'aceto",poiche' sostuiene che il Principe riesce a lavorare "senza lasciarsi prendere dalla nausea per la politica,che e' uno dei consueti pretesti dell'egoismo moraleggiante".
Tutto fa pensare a un Machiavelli ideatore di una nuova visione politica,a favore dell'uomo e dunque dello Stato giusto.Sembrerebbe che il Principe,nonostante la sua morale,la sua fermezza e potenza,abbia comunque a cuore i cittadini,coloro che animano lo Stato.
Questo potrebbe essere riadattabile anche ai giorni nostri;e' giusto che la classe dirigente abbia a cuore il popolo,il quale si sentira' bene co nla conseguenza che tutto lo Stato stara' bene.Questo feeling sta alla base della SALUTE DELLO STATO.
Agire per il bene del cittadino vuole dire agire per il bene dello stato.

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